Si tratta di una patologia cronica dai risvolti molto seri, chi ne è affetto presenta una alterata struttura del sonno con talora eccessiva sonnolenza diurna e rischio più elevato di incidenti stradali e di infortuni sul lavoro; inoltre il malato di OSAS è a rischio aumentato per lo sviluppo o l’aggravamento di altre patologie croniche a grande impatto sociale come l’ipertensione arteriosa, il diabete, le aritmie cardiache, la cardiopatia ischemica, le ischemie cerebrali e la sindrome ansioso-depressiva. L’OSAS determina quindi non solo una scadente qualità della vita nel singolo ma, vista la sua elevata prevalenza, ha anche gravi ricadute in termini di salute pubblica e di impatto economico, sia in termini di costi diretti (per il trattamento delle complicanze mediche e infortunistiche) che indiretti (perdita di produttività, ecc.).
Le apnee ostruttive nel sonno sono caratterizzate da episodi ricorrenti di ostruzione delle vie aeree superiori a livello della faringe. Come è noto, durante il sonno si ha una riduzione del tono muscolare; anche i muscoli dilatatori della faringe vanno incontro ad ipotonia e ciò determina un collabimento dei tessuti molli a questo livello. In alcuni soggetti tale fenomeno è particolarmente marcato e ciò provoca russamento, caratteristico rumore dovuto alla “vibrazione” del palato molle per il passaggio forzato dell’aria in uno spazio ristretto. Il russamento è la “spia” che qualcosa non va nella respirazione notturna. Con l’andare del tempo e l’aggravarsi del problema, il russamento diviene intermittente perché compariranno episodi, via via più numerosi, della durata superiore a 10 secondi (ma anche fino ad un minuto e più) di ostruzione parziale (ipopnea) o completa (apnea) che impediscono il normale passaggio dell’aria verso i polmoni. A causa delle numerose interruzioni del respiro, a livello polmonare non possono avvenire correttamente gli scambi dei gas arteriosi del sangue: ad ogni episodio di apnea o ipopnea farà seguito una riduzione più o meno marcata dell’ossigeno mentre aumenteranno i livelli di anidride carbonica. Pertanto a seguito di ciascuna apnea si avrà una sofferenza di tutto l’organismo e, in particolare degli organi e apparati “nobili”, che hanno un maggior bisogno di ossigeno, come il cuore e il cervello. Le apnee e le ipopnee terminano solo grazie all’intervento del centro del respiro che si trova a livello cerebrale e che, rispondendo alle alterazioni dei gas arteriosi, determina un microrisveglio il quale, ripristinando il tono muscolare della veglia, consente la ripresa della respirazione. Questi microrisvegli, di cui il paziente non si rende conto, portano a frammentazione del sonno e a riduzione delle fasi più profonde: il sonno così alterato diviene di cattiva qualità e quindi poco ristoratore.
Le persone che sono a maggior rischio di apnee i soggetti obesi, con collo grosso e tozzo nonché i soggetti con riduzione dello spazio faringeo per mento piccolo e/o sfuggente, per ipertrofia del palato molle o per macroglossia. Altri fattori di rischio sono la familiarità, l’ipotiroidismo, l’uso di farmaci miorilassanti, il fumo, le allergie delle prime vie aeree e il reflusso gastroesofageo. Il russamento e le apnee inoltre sono più frequenti nel sesso maschile con rapporto di circa 2-3:1; dopo la menopausa però la prevalenza nei due sessi tende ad essere simile.
Nel caso di sospetto clinico, la conferma diagnostica si ottiene effettuando un esame strumentale che registra il respiro durante il sonno: il Monitoraggio Cardiorespiratorio Notturno, comunemente detto anche Polisonnografia; si tratta in realtà di una versione semplificata di questa. È un esame semplice, non invasivo, non doloroso; lo strumento è portatile e poco ingombrante. Indossato per tutta una notte a casa propria, nel proprio letto permette di studiare il respiro durante il sonno verificando il russamento e il numero e la gravità delle apnee e ipopnee presenti, nonché le diminuzioni dei valori dell’ossigeno ematico correlate agli eventi respiratori. In base ai risultati, unitamente ai dati clinici, si può definire lo stadio della malattia (lieve-medio-grave-molto grave). E’ possibile effettuare l’esame strumentale di Monitoraggio Cardiorespiratorio Notturno presso il centro medico polispecialistico Monte Acuto, previa prenotazione telefonica o comunque dopo visita specialistica per disturbi respiratori nel sonno.
Nel caso di sospetto clinico, la conferma diagnostica si ottiene effettuando un esame strumentale che registra il respiro durante il sonno: il Monitoraggio Cardiorespiratorio Notturno, comunemente detto anche Polisonnografia; si tratta in realtà di una versione semplificata di questa. È un esame semplice, non invasivo, non doloroso; lo strumento è portatile e poco ingombrante. Indossato per tutta una notte a casa propria, nel proprio letto permette di studiare il respiro durante il sonno verificando il russamento e il numero e la gravità delle apnee e ipopnee presenti, nonché le diminuzioni dei valori dell’ossigeno ematico correlate agli eventi respiratori. In base ai risultati, unitamente ai dati clinici, si può definire lo stadio della malattia (lieve-medio-grave-molto grave). E’ possibile effettuare l’esame strumentale di Monitoraggio Cardiorespiratorio Notturno presso il centro medico polispecialistico Monte Acuto, previa prenotazione telefonica o comunque dopo visita specialistica per disturbi respiratori nel sonno.